
Beta-glucani per migliorare le performance atletiche
I beta-glucani dei funghi rappresentano una fonte promettente di sostanze nutritive per gli atleti e per chiunque desideri migliorare la propria salute attraverso l’alimentazione.
Il grasso addominale può essere sottocutaneo oppure intra-addominale e quindi grasso viscerale oppure grasso retropenitoneale.
Il grasso viscerale è un vero e proprio organo endocrino e dal punto di vista istologico è un tessuto connettivo, ovvero di sostegno e di connessione fra organi e parti di organi.
Questo tessuto adiposo è costituito da adipociti che sono incaricati di sintetizzare i trigliceridi, immagazzinarli e rilasciarli in caso di bisogno sotto forma di acidi grassi e glicogeno.
Negli ultimi decenni è aumentato il numero di persone che sovrabbondano in grasso viscerale, anche in soggetti che pur mantenendo gli arti abbastanza magri, hanno la “pancia”, sporgenza addominale che denota sovrabbondanza di grasso viscerale.
Il grasso viscerale secerne adipochine. Queste sono di due tipi, proinfiammatorie e antinfiammatorie. Le adipochine infiammatorie si correlano a resistenza insulinica, anticamera del diabete di tipo 2 e a aumentata incidenza di malattie cardiovascolari.
Il grasso viscerale ha una relazione stretta con la sindrome metabolica:
Il grasso addominale è al centro della sindrome metabolica la più diffusa forma patologica. È una forma subdola, inizia quasi sempre con la “pancetta” dovuta da iperglicemia cronica e successiva resistenza insulinica e con il passare del tempo, con:
Il grasso addominale è quello più implicato nella insulino-resistenza. Quando si è instaurata la resistenza insulinica, anche modesti innalzamenti della glicemia si mantengono a lungo, perpetrando a loro volta lo stimolo alla produzione pancreatica di insulina.
L’iperinsulinismo è una ulteriore spinta alla produzione di grasso addominale che produrrà lui stesso citochine infiammatorie, fra cui l’interleuchina-6 che danneggia silenziosamente organi e tessuti.
Chi è in sovrappeso ha una lipogenesi spiccata anche al di fuori dello stimolo legato al consumo del cibo. Livelli insulinemici e glicemici elevati possono dare la sensazione di ingrassare con niente.
Chi ingrassa con “un nonnulla” non deve preoccuparsi di questo, ma sentirsi stimolato a far sparire il grasso viscerale in eccesso che è il vero problema. I suddetti dismetabolismi sono figli di iperglicemia, iperinsulimenia e di infiammazione cronica di basso grado.
Il grasso viscerale è implicato nelle alterazioni dei livelli delle lipoproteine plasmatiche in particolare un aumento dei trigliceridi e una diminuzione delle lipoproteine ad alta densità (HDL) dette anche colesterolo buono. Il grasso viscerale è anche in grado di alterare l’attività epatica, ovvero avrà ripercussioni sull’attività metabolica del fegato.
Oggi l’infiammazione cronica sistemica è causa o concausa di:
Le cellule tumorali utilizzano il glucosio per la loro replicazione; quindi, si può affermare che l’iperglicemia favorisce la carcinogenesi perché crea un ambiente, un terreno biologico, adatto alla crescita delle cellule tumorali.
E’ stato dimostrata una associazione fra iperinsulinemia, iperglicemia e aumento del rischio di sviluppare un cancro:
Il grasso viscerale può accumularsi nell’omento, attorno all’intestino, al pancreas, ai reni, al cuore: Avvolge tutti gli organi addominali, che spingono l’addome a protudere, determinando la “pancia”.
Come detto sopra, anche il cuore ha il suo grasso viscerale (tessuto adiposo epicardico). Il cuore è rivestito da grasso. Quando è poco è benefico e indispensabile a proteggerlo, a mantenerlo in sede anche in situazioni di tachicardia ed a garantirgli una costanza della temperatura, indispensabile alla sua migliore funzione. Inoltre lo rifornisce di energia.
Il grasso epicardico è circa il 20% del peso del cuore, ma se questo aumenta, progressivamente aumenta anche la la fatica del cuore, lo farà pompare sangue con maggior lavoro muscolare nella fase sistolica. Nel tempo sarà più facile incappare nello scompenso cardiaco. Se il grasso in eccesso si infiltra attorno all’atrio sinistro, si avrà una più facile comparsa di fibrillazione atriale.
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