L’utilizzo del miele nell’alimentazione pediatrica presenta delle controversie.
Sebbene diversi studi abbiano dimostrato che la somministrazione in bambini piccoli porta a:
⁃ un aumento del peso
⁃ una diminuzione del rischio di malattie
⁃ un aumento del tenore di emoglobina
⁃ un miglioramento del calcio
Rimane il rischio della contaminazione da parte del batterio clostidium botolinum, le cui spore possono sopravvivere nel miele e trasformarsi nella forma vegetativa (capace di produrre la tossina botulinica), nello stomaco dei bambini, causando fenomeni di botulismo infantile.
Questa grave patologia colpisce bambini al di sotto dei 12 mesi di età in seguito all’ingestione di spore che possono trovarsi nei terreni, nella polvere e nel miele.
Le spore arrivate nel colon ritrovano le condizioni ideali per consentire la crescita del batterio, che a sua volta produce la tossina; questa catena di eventi origina l’intossicazione, che in alcuni casi può risultare fatale.
Le caratteristiche della flora intestinale, le anomalie della secrezione intestinale e le alterazioni della risposta immunitaria favoriscono la germinazione delle spore.
A seguito dei casi segnalati di botulismo infantile, alcuni produttori di miele indicano in etichetta la dicitura << non somministrare ai neonati sotto i 12 mesi di età >>.